Dop e Igp

Dipartimento Chimica Sapienza Università di Roma

Di Luigi Campanella

273 scienziati europei (19 italiani),su proposta francese,hanno inviato un appello al l’UE per l’introduzione del cosiddetto Nutriscore,un sistema di etichettatura dei cibi a semaforo.A questo sistema si oppongono alcuni Paesi fra cui l’Italia.

 

Tale opposizione si basa sul fatto che Nutriscore avvantaggerebbe i prodotti alimentari ultra trasformati penalizzando i DOP e gli IGP, prodotti di eccellenza mono ingredienti di altissima qualità , tipici della nostra filiera e produzione agroalimentare come il prosciutto di Parma o il parmigiano reggiano. Il sistema si basa su cinque colori dal verde al rosso e cinque lettere da A a E. Si vorrebbe guidare il consumatore verso cibi che ne proteggono lo stato di salute. Si tratta di un sistema a punteggio pensato per semplificare l’identificazione dei valori nutrizionali.Il calcolo del punteggio tiene conto di sette diversi parametri :fibre,verdura,frutta e proteine positivi,contenuto calorico,grassi saturi e sodio negativi.

L’algoritmo è stato criticato da alcuni governi, fra cui il nostro,da alcuni gruppi industriali e di agricoltori,da nutrizionisti in quanto ha semplificato le informazioni nutrizionali in modo eccessivo e ridotto gli alimenti complessi ai singoli ingredienti.Ne risultano ad esempio vantaggi per i cibi trattati,chiari svantaggi per i grassi sani come l’olio di oliva.Il risultato é che da parte di alcuni Stati si chiede il rinvio dell’applicazione di Nutriscore, da parte di altri la sua variazione:ad esempio il riferimento come quantità di cibo al valore di 100 g è considerato improprio.

Credo che l’obiezione a Nutriscore debba basarsi anche e soprattutto su altri aspetti che ho avuto modo di discutere in un altro mio recente post.La fotosintesi clorofillana consente di trasformare CO2 ed Acqua l’energia solare  in prodotti ad alto contenuto energetico che l’uomo utilizza quali alimenti. Chiaramente per rendere comestibili i prodotti della fotosintesi l’uomo deve aggiungere altra energia (arare,seminare,mietere,trattare) e così facendo contribuisce ai cambiamenti climatici.

Diventa allora importante scegliere un’alimentazione che richieda la minima quantità di energia aggiunta a quella solare,energia oggi in larga parte fornita dai combustibili fossili Da questi due dati contenuto energetico  ed energia aggiunta non solare per unità di peso o di volume deriva l’efficienza energetica di un alimento.È nostro compito educare a rispettare le esigenze energetiche della vita con alimenti che siano quanto più possibilmente efficienti energeticamente.In questo senso la ben nota dieta mediterranea rappresenta una buona guida rispetto ad un consumo elevato di carne da evitare:la carne è un alimento che richiede mediamente per kg prodotto 7 litri di petrolio e circa 10000 l di acqua.

Le emissioni europee di gas serra imputabili alla produzione di carni alimentari hanno superato quelle di tutti gli autoveicoli circolanti nei 28 Stati membri.L’efficienza energetica degli alimenti sarebbe forse un indice più opportuno di Nutriscore