Le rinnovabili saranno la prima fonte di energia nel 2025

Di Patrizia Riso

Il mercato energetico cambia rapidamente e i segnali positivi non mancano. Nel giro di due anni, dice l’ultimo report IEA, le rinnovabili potrebbero aumentare la propria produzione di 6 punti percentuali

 

 

L’Agenzia Internazionale dell’Energia nel rapporto del 2023 sul mercato dell’elettricità spiega che la produzione di energia da fonti rinnovabili salirà al 35% entro il 2025, superando il carbone e andrà di pari passo con il nucleare. Che le due fonti di energia siano considerate assieme non stupisce.

A ottobre 2022 Greta Thunberg, attivista di riferimento del movimento ambientalista Fridays For Future, aveva espresso il suo parere positivo all’utilizzo dell’energia nucleare in Germania come alternativa al petrolio.

Energie rinnovabili fino al 35% in più

 

La quota di fonti rinnovabili nel mercato energetico globale salirà dall’attuale 29% al 35% entro il 2035. È questo lo scenario descritto dall’Electricity Market Report pubblicato a Febbraio 2023. La crescita delle energie a basso impatto ambientale va di pari passo a quella nucleare. Entrambi i settori sono destinati a dominare il mercato globale dell’energia elettrica nei prossimi tre anni. Insieme, chiarisce il rapporto, procureranno il 90% della domanda. Il paese che guida questa produzione è la Cina che fornirà il 45% della quantità totale di energia non proveniente da petrolio e gas, seguita dai paesi dell’Unione Europea che assieme forniscono il 15%.

 

 

Le emissioni ambientali dell’energia elettrica in UE

 

La crescita del settore rinnovabili corrisponderà, comprensibilmente, a un calo nel settore gas e in quello petrolifero con una conseguente riduzione delle emissioni di CO2. Eppure, mentre le emissioni generate dall’energia elettrica nel 2022 nel mondo sono diminuite, in Unione Europea sono aumentate dal 1970, anno della crisi petrolifera, del 4.5% ogni anno. E il 2022 è stato l’anno peggiore. La causa sembra essere l’aumento della produzione di carbone del 6% rispetto al calo che lo stesso mercato aveva avuto tra il 2015 e il 2019, quindi prima della crisi pandemica.

 

I consumi energetici da fonti rinnovabili in Italia

 

In Italia, l’efficientamento energetico e una lenta crescita economica incidono sulla domanda di elettricità, di cui si prevede una decrescita dell’1% l’anno per il biennio 2023-2025. A causa del clima secco e della siccità, la produzione di energia idroelettrica nel 2022 si è ridotta del 35% (pari a un calo di -16 TWh rispetto al periodo 2017-2021. Anche la produzione di energia eolica è diminuita del 3%, ma è stata compensata da quella solare cresciuta dell’11% (pari a +3 TWh).

Queste basse rese hanno portato a una maggiore produzione termoelettrica dal carbone, cresciuta del 50% (+8 TWh), e dal gas, diminuita comunque del 2% (-2 TWh) nel 2022 rispetto al 2021. Ciononostante, l’Agenzia Internazionale dell’Energia prevede una crescita del 20% della produzione di energia da fonti rinnovabili (pari a +20 TWh) in Italia entro il 2025. Il carbone dovrebbe essere abbandonato entro il 2025, mentre è previsto che la produzione di energia dal gas diminuisca del 4.5% l’anno nei prossimi due anni.

 

Gli investimenti europei per l’energia pulita

 

L’espansione delle fonti di energia rinnovabile necessita, ovviamente, di impianti e investimenti per essere integrate in maniera efficace nel sistema energetico. La Commissione Europea ha emesso a maggio del 2022 il piano REPowerEU per accelerare lo sviluppo di energia pulita. Il piano è nato come risposta alla necessità di rendersi indipendente dalla Russia e prevede 300mld di euro di investimenti, lo sviluppo del biometano e la costruzione di un acceleratore di idrogeno per ottenere 17,5 GW di elettrolizzatori entro il 2025 per alimentare l’industria dell’UE con una produzione interna di 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile. Questo tipo di idrogeno è prodotto dall’elettrolisi dell’acqua che, utilizzando energia elettrica da fonti rinnovabili, non emette gas serra durante le fasi di produzione.

 

Solare fotovoltaico: investimenti e smaltimento

 

Le previsioni sull’andamento della produzione di energia da fonti rinnovabili in Italia sono basate sulla crescita del settore fotovoltaico. Secondo il Gestore Servizi Energia, nei primi 9 mesi del 2022 la produzione lorda di energia solare è stata pari a 23.940 GWh con una crescita del 12,2% rispetto ai primi 9 mesi del 2021.

Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prevede 1 miliardo di euro di investimento per sviluppare le filiere industriali nel settore fotovoltaico, eolico e delle batterie. Di questi, 400 mln di euro sono destinati al settore fotovoltaico. Una decisione che dovrebbe essere accompagnata a una gestione accurata di tutto il ciclo di vita dei pannelli fotovoltaici che vanno sostituiti ogni 25 anni.  Secondo la Facoltà di Scienze dei Materiali della Swansea University, entro il 2050 avremo circa 78 miliardi di tonnellate di rifiuti derivate dallo smaltimento di pannelli fotovoltaici. Per la loro composizione, infatti, i materiali contenuti nei pannelli sono difficilmente recuperabili. Come riportato anche da nonsoloambiente.it, “nel 2020 sono stati estratti 100 miliardi di tonnellate di diversi materiali, e appena l’8,6% è stato riciclato”. Il paradosso è quindi avere soluzioni che riducono le emissioni ambientali nell’immediato, ma hanno un forte impatto ambientale nel lungo termine.

 

Fonte: https://wisesociety.it/ambiente-e-scienza/energie-rinnovabili-prima-fonte-energetica-nel-2025/