Il senso cosmico e mistico del Natale
IL 25 DICEMBRE
Secondo la tradizione cristiana, Gesù è nato il 25 dicembre a mezzanotte. Il 25 dicembre, il sole è appena entrato nella costellazione del Capricorno. Simbolicamente, il Capricorno è collegato alle montagne, alle grotte, e Gesù nasce proprio nell’oscurità di una grotta. Durante il resto dell’anno, la natura e l’uomo sono molto attivi ma, quando si avvicina l’inverno, molti lavori vengono interrotti, le giornate si accorciano e le notti si allungano: è il momento della meditazione, del raccoglimento, il che permette all’uomo di penetrare nella profondità del proprio essere e di trovare le condizioni per far nascere in sé il Cristo.
Ogni anno, il 25 dicembre a mezzanotte, la costellazione della Vergine sorge all’orizzonte ed è per questo che, anche astrologicamente, si può affermare che Gesù è nato dalla Vergine. In opposizione appare la costellazione dei Pesci e in mezzo al cielo si scorge la magnifica costellazione di Orione che mostra, al centro, l’allineamento delle tre stelle che, secondo la tradizione popolare, rappresentano i tre Re Magi.
Lasciamo da parte il sapere se Gesù sia nato veramente il 25 dicembre a mezzanotte. Quello che a noi interessa è che a quella data si verifica in natura la nascita del principio cristico, la luce e il calore che trasformano tutto. Anche nel Cielo si celebra questo avvenimento: gli Angeli cantano e tutti i Santi, i grandi Maestri e gli Iniziati si riuniscono per rendere gloria all’Eterno e festeggiare la nascita del Cristo, il principio cosmico, che si rinnova realmente nell’universo. La notte del 25 è la più lunga. A partire da quella data, le notti iniziano ad accorciarsi e i giorni si allungano. Vi è più luce, più calore, più vita e ciò si riflette su tutte le creature. Invece di essere coscienti dell’importanza di un evento che si verifica una sola volta all’anno, quando la natura è intenta a preparare la nuova vita, l’uomo pensa a ben altro. Ecco perché non ne ricava nulla, anzi, in questo modo perde la grazia e l’amore dal Cielo.
Il Natale avvenimento cosmico e mistico – La Seconda nascita
…. La nascita del Cristo è un avvenimento cosmico, è la prima manifestazione della vita nella natura, il principio di tutto ciò che esiste. Inoltre questa nascita è un avvenimento mistico, cioè il Cristo deve nascere in ogni Anima umana come supercoscienza, come amore Divino, come comprensione, come sacrificio. La nascita è dunque un fenomeno che deve avvenire nei 3 mondi. La prima la conosciamo tutti: è quella del bambino che nasce nel mondo fisico, con due braccia, due gambe, un naso, una bocca, i polmoni… respira, mangia, parla, cammina…
La seconda nascita richiede anch´essa un concepimento, ma questo avviene in un altro mondo, un mondo dove lo spirito si unisce alla materia pura, per concepire un bambino divino. E quando il bambino nasce nel mondo spirituale, anch´egli può parlare, camminare, e lavorare in quel mondo. La seconda nascita significa quindi: poter entrare e vivere in un universo di un´altra dimensione. Quando l´anima e lo spirito si uniscono, mettono al mondo un seme che si sviluppa come nuova coscienza. Questa nuova coscienza si manifesta come una luce interiore che scaccia le tenebre, come un calore talmente intenso che, se anche il mondo intero vi abbandonasse, non vi sentireste mai soli; come una vita abbondante che fate scaturire ovunque vi portano i vostri piedi, come un afflusso di forze che consacrate all´edificazione e alla costruzione del Regno di Dio, ma anche come un gioia, una gioia straordinaria di sentirvi in collegamento con tutto l´universo, con tutte le anime evolute, di far parte di questa immensità… e la certezza che nessuno può togliervi tale gioia. In India questo stato viene chiamato <<coscienza buddhica>>, mentre i cristiani la chiamano <<la nascita del Cristo>>”.
Certo, storicamente parlando, è un essere di nome Gesù, ma nel campo mistico non lo si chiama più con il suo nome umano, ma lo si chiama il Cristo, vale a dire il Sé superiore. Quando si dice che l´uomo fa nascere in sé il Bambino Gesù, oppure che si fonde con il suo Sé superiore, o che riceve lo Spirito Santo, o che si unisce all´Anima universale, queste non sono altro che forme diverse per esprimere la medesima realtà.
Maria e Giuseppe
Perché il bambino nasca, è necessario che vi siano un padre e una madre, Il padre, Giuseppe, è l’intelletto, lo spirito dell’uomo. La madre, Maria è il cuore, l’Anima. L’Anima e il cuore rappresentano il lato ricettivo, la donna; e l’intelletto e lo Spirito rappresentano il principio maschile.
Ancora molto giovane, Maria si era consacrata ed era andata al Tempio per mettersi al servizio del Signore. E cosa faceva nel Tempio? Chi l’ha preparata? Chi l’ha istruita? Non è detto, ma lo si sa in dettaglio. Maria si era dunque purificata e aveva fatto i più grandi sacrifici per essere degna di ricevere nel Suo seno uno spirito così potente ed elevato quale Gesù. I cristiani pensano che possa scegliere chiunque e che in questo campo non ci siano né giustizia, né regole, né leggi…nulla. Allora è Lui che ha fatto le leggi, ma Lui sarebbe il primo a trasgredirle? Darebbe proprio un buon esempio il Signore!…Se Dio sceglie delle creature, esse devono rispondere a determinate condizioni. Per essere scelti ad avere un figlio come Gesù, il Salvatore dell’umanità, Maria e Giuseppe erano esseri eccezionali, predestinati.
L’intelletto, cioè Giuseppe, anziché essere geloso e ripudiare Maria, come farebbe un uomo rozzo che grida: “Il figlio che hai messo al mondo non è mio, vattene!…”, deve inchinarsi e dire: “E’ Dio che ha sfiorato il cuore e l’anima di Maria. Io non potevo farlo”. L’intelletto non deve dunque ribellarsi e adirarsi, ma comprendere correttamente dicendo: “Qui vi è qualcosa che mi supera”, e proteggere Maria. Ripudiare Maria sarebbe come ripudiare la metà del suo essere e diventare come coloro che, puramente intellettuali e razionalisti, hanno eliminato tutto il lato affettivo, ricettivo, tutte le qualità come la dolcezza, l’umiltà e la bontà.
Dovete comprendere che Maria e Giuseppe sono simboli della vita interiore: coloro che hanno ripudiato Maria si sono inariditi. A loro è rimasto soltanto un intelletto confuso, critico e sempre scontento. Come vedete: Giuseppe ha rispettato Maria, l’ha tenuta con sé, ha detto: «Oh! Maria attende un bambino. È vero che non sono io il padre, tuttavia la proteggerò, perché ha bisogno del mio sostegno».
La mangiatoia e la stalla
Perché Gesù, il figlio di Dio, doveva proprio nascere in una mangiatoia, sulla paglia, e non in una magnifica culla, nella camera di un vasto e sontuoso palazzo? Ecco, anche questo dettaglio è simbolico.
Ora capirete in quale punto del nostro corpo si trova la mangiatoia se ricordate le conferenze che ho fatto sul centro Hara; vi avevo spiegato che ruolo può svolgere questo centro nella vita spirituale per colui che sa lavorare con esso. Benché il suo nome, Hara – termine giapponese che significa ventre – faccia pensare che questo centro, situato qualche centimetro sotto l’ombelico, sia conosciuto soprattutto in Giappone, in realtà era conosciuto anche da tutti gli Iniziati del passato, e Gesù parla proprio di questo centro quando dice: «Fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno…» Il «seno» è il centro Hara, ed è là che si trova la mangiatoia dove il Cristo deve nascere, tra l’asino e il bue, cioè tra il fegato e la milza.
Siete rimasti stupiti, lo vedo. Voi pensate che Gesù debba nascere nel vostro cervello. Avete mai visto un bambino nascere dal cervello della propria madre? No. Sarà bene soffermarsi su questo punto per riflettere. Il ventre… le viscere… Noi consideriamo tutto ciò disgustoso, mentre il Signore ha scelto proprio questa zona perché l’umanità possa perpetuarsi, e proprio là, nel centro Hara, anche il discepolo deve far nascere in sé la nuova coscienza: il Cristo Bambino.
Quella stalla, con la mangiatoia, è un simbolo; è il simbolo della povertà, delle difficoltà delle condizioni esteriori. Sì, per l’uomo nel quale dimora lo Spirito sarà sempre così: gli uomini comuni difficilmente lo apprezzeranno e lo accetteranno. Ma grazie alla Luce che il Bambino proietta al di sopra della mangiatoia, altri lo vedranno da lontano e verranno a rendergli omaggio…
La Stella
E questa Luce, la stella a 5 punte, è una realtà assoluta. Essa brilla sopra la testa di tutti gli Iniziati, il cui principio femminile simboleggiato da Maria, cioè l’Anima e il cuore, ha messo al mondo il bambino Gesù, concepito dallo Spirito Santo.
La stella che brilla sopra la capanna significa che una luce emana da ogni Iniziato che possiede in sé il Cristo vivente. Tale luce viene percepita in lontananza da altri, da coloro che sentono che qualcosa di speciale si manifesta attraverso quell’essere. Ciò che si manifesta, in realtà, è il Cristo, e tutti coloro che rappresentano un’autorità, tutti coloro che sono potenti e ricchi, si avvicinano a Lui. Persino i grandi capi religiosi che si considerano al vertice, sentono che manca loro qualcosa, che non sono ancora giunti a quel livello di spiritualità, per cui vengono a istruirsi, a prostrarsi e a portare delle offerte.
Il bue e l’asinello
Occupiamoci ora della stalla. In quella stalla non vi erano né pastori, né greggi, ma soltanto un bue e un asinello. Perché? Da secoli si ripete questa storia senza capirla, perché il simbolismo universale è andato perso per l’umanità. La stalla rappresenta il corpo fisico. E il bue? Sapete che anticamente il bue, il toro, è sempre stato considerato come il principio generativo. In Egitto, ad esempio, il bue Apis era il simbolo della fertilità e della fecondità. Il bue è sotto l’influsso di Venere e rappresenta la forza sessuale. L’asino, invece, è sotto l’influsso di Saturno e rappresenta la personalità, vale a dire la natura inferiore dell’uomo, quella che chiamiamo il vecchio Adamo, testardo, ostinato, ma buon servitore. Infatti quei due animali erano là per servire Gesù. Ma servirlo come? Ora vi rivelerò un grande mistero. Quando l’uomo comincia a compiere su di sé un lavoro per la sua evoluzione, entra in conflitto con la sua personalità e con la sua sensualità.
Quando l’uomo comincia a lavorare per perfezionarsi, entra in conflitto con le forze della personalità e quelle della sessualità. L’Iniziato, infatti, è colui che è riuscito a padroneggiare queste due forze e a metterle al proprio servizio. Le mette al proprio servizio, ma non le annienta, non le deve annientare. Lo dimostra il fatto che, se questi due animali erano presenti, ciò significa che erano utili. E cosa facevano? Soffiavano sul Bambino Gesù, lo riscaldavano col loro alito. Quindi, quando l’Iniziato è riuscito a trasformare in lui l’asino e il bue e a metterli al suo servizio, essi riscaldano e alimentano lo Spirito del Cristo con il loro soffio vitale. Non soltanto tali forze non sono più presenti per tormentarlo, ma diventano forze benefiche. Il soffio è già vita. Osservate come il soffio dell’asino e del bue sia una reminiscenza del soffio col quale Dio ha dato l’anima al primo uomo. L’asino e il bue sono stati utili al Bambino Gesù: ciò significa che tutti quelli che possiedono in loro il Cristo saranno serviti dalle forze della personalità e della sessualità, in quanto si tratta di forze straordinariamente utili, se messe all’opera sotto il proprio controllo.
Erode
Nulla è più importante del lavoro svolto per far nascere il Bambino divino in noi. Se vi riusciamo la terra e il Cielo canteranno; dai quattro angoli del mondo gli esseri comprenderanno che una nuova luce è nata e verranno a renderci omaggio e a portarci dei doni. Certo, ci sarà Erode (ci sono sempre degli Erode) che si infurierà e che, volendo uccidere Gesù, chiederà ai Re Magi: «Andate e cercate con ogni cura il bambino. Quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, così anch’io andrò a onorarlo». Ma, fortunatamente, ci sarà un angelo che verrà a dare dei consigli, come quello che disse a Giuseppe: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto. Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Un angelo del Signore si avvicinò ai Re Magi per dire loro di non ritornare da Erode, ed essi si diressero ai loro paesi seguendo un’altra strada. Ciò significa che tutti coloro che si avvicineranno a Gesù, al principio cristico, non potranno più rifare la stessa strada, dovranno prendere un’altra direzione.
Ma dove andare con questo bambino? Nessuno vi apre la porta, cioè nessuno vi comprende. Quando Maria e Giuseppe cercavano rifugio in una locanda, non c’era più posto; ciò va interpretato nel senso che gli esseri umani, occupati a mangiare, a bere e a divertirsi non hanno mai spazio per l’essere che ha ricevuto il fanciullo divino …
I Pastori
In seguito, un angelo è apparso ai pastori che possedevano quella stalla. Essi sorvegliavano i loro greggi e quando l’angelo annunciò a loro la nascita di Gesù, ne furono meravigliati; presero degli agnelli e li offrirono a Gesù. Ciò significa che tutti gli esseri che esercitano un’influenza sul corpo fisico, cioè gli Spiriti familiari, reincarnati e non, e che hanno ricchezze (simbolicamente gli agnelli) vengono avvertiti, perché hanno partecipato alla formazione di quella stalla (il corpo fisico). Dunque tutti gli Spiriti familiari che sono nell’Aldilà o sulla Terra ricevono la notizia che si è verificato un evento splendido nel vostro cuore e nella vostra Anima e vengono a portarvi dei doni. Il mondo intero si mette al servizio del Bambino. Ma fino a quando non l’avrete fatto nascere, non pensate che vengano ad aiutarvi. Gli angeli vengono unicamente ad aiutare colui che ha già fatto nascere in sé il Bambino Gesù, perché non è per voi che vengono, ma per quel principio Divino, il Cristo, il Figlio di Dio.
Soffermiamoci ora sulle parole che l’angelo disse ai pastori: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama». Avete compreso queste parole? Perché la pace tra gli uomini e la gloria in alto? Perché, quando nasce, il Bambino divino glorifica il Signore e la pace si instaura nell’anima dell’uomo o della donna in cui è nato. Il bambino, che è il frutto dell’amore del padre e della madre, porta la pace, perché porta la pienezza. È il senso della formula data dal Maestro Peter Deunov: «Bojiata lioubov nossi peulnia jivot: l’amore divino apporta pienezza di vita». L’amore divino che porta pienezza di vita è l’amore che porta il Cristo Bambino. L’amore altro non è che la predizione, l’annuncio del bambino che viene. La formula del Maestro è veramente molto profonda: egli non l’ha enunciata soltanto perché venga ripetuta automaticamente, ma perché si lavori, affinché l’amore di Dio possa sfiorare la nostra anima ed essa concepisca il bambino, il Cristo. E dopo, quanti cambiamenti! In ogni campo, tutto migliorerà, tutto si chiarirà. Vale proprio la pena di lavorare un anno, molti anni, tutta la vita, per far nascere il Cristo in noi.
Il Natale: accogliamo il Bambino Divino
Conservate in voi l’immagine della mangiatoia con Giuseppe, Maria e il Bambino tra l’asino e il bue, e la stella che brilla sopra la capanna… Ora ne comprenderete meglio il senso, e non dimenticate che il Natale dura alcuni giorni dopo il 25 dicembre. In alto, in Cielo, si celebra una festa, e a tale festa dovete partecipare almeno col pensiero. Come la nascita di un bambino contiene in sé tutta la speranza della vita, la nascita del Cristo, che avviene nell’universo, contiene la speranza che Dio non ha abbandonato gli uomini. Sebbene essi trasgrediscano continuamente le leggi, Egli dà loro credito inviando sempre un Salvatore, perché non vuole che nemmeno un’anima si perda. Anche coloro che hanno commesso i più gravi errori devono risollevarsi, possono risollevarsi. È chiaro che soffriranno, pagheranno per i loro errori e dovranno riparare, ma Dio dà loro tutte le possibilità per avanzare. La cosa peggiore è scoraggiarsi e rinunciare a compiere degli sforzi per evolvere…
Questo bambino Divino, che è già stato concepito in voi come Luce, potrebbe essere un ideale, un’idea che nutrite, che amate … “.
Testi presi da: “Natale e Pasqua nella tradizione iniziatica”, “La seconda nascita”
di Omraam Mikhaël Aïvanhov